Cenni Storici
Il territorio del Comune fu abitato sin dalla preistoria. Il popolo che lo abitò (nell'area in cui ora sorge la frazione di Montale) fu detto "delle Terramare". Le terramare erano vasti rialzi del terreno costituiti dai resti organici depositati per secoli dalle genti preistoriche nelle aree dei loro insediamenti. Questi rialzi emergevano dal terreno dai 2 ai 4 metri circa e potevano avere un'estensione di qualche centinaio di metri quadrati. La civiltà delle terramare si sviluppò tra il XVIII / XVII secolo a.C e il XII / X secolo a.C. Negli anni 1877,1879 e 1881 si rinvennero vari oggetti tuttora conservati presso il Museo Archeologico di Modena. Dal 2004 è aperto il Parco Archeologico delle terramare, una delle principali attrazioni turistiche del Comune: si tratta di un museo all’aperto di 23.500 mq. dedicato alla più antica civiltà padana, con ricostruzioni a grandezza originale di ambienti e abitazioni protostoriche, zone di scavo e sale didattiche, realizzato in collaborazione tra il Comune di Castelnuovo Rangone, il Comune di Modena e il Museo Civico Archeologico di Modena.
Di epoca romana sono invece le tombe e i resti di fabbricati rinvenuti presso la chiesa di Santa Maria, sul lato destro del torrente Tiepido, come pure la vestigia di una fornace rinvenute in Via del Cristo. Questi ritrovamenti, risalenti alla metà del XIX secolo, testimoniano l'esistenza di un "vicus" romano.
I primi documenti in cui appare Castelnuovo risalgono all'XI secolo. Si tratta di una donazione del Vescovo di Modena Igone al Monastero di San Pietro (1025) e di due documenti del monastero di Nonantola (1031 e 1172), parte del testo del secondo dei quali è ora scolpito in una lastra di marmo, inserita nel ristrutturato centro di Castelnuovo. Il 15 marzo del 1391, Castelnuovo passò in potere della famiglia Rangone, legati imperiali, alla quale deve l'odierna denominazione. Nel periodo napoleonico (1797 - 1814), affrancato dalla condizione di feudo, Castelnuovo divenne Comune col nome di Castelnuovo in Piano.
Successivamente alla restaurazione del ducato austro-estense, Castelnuovo venne aggregato al Comune di Spilamberto, per ridivenire autonomo Comune, con l'inclusione di Montale, con la nascita del Regno d'Italia. Il castello a cui deve il nome fu abbattutto e ricostruito nel 1910 , per divenire la casa comunale, a causa della fatiscenza dell'immobile. Nuovamento distrutto nel corso del tragico bombardamento aereo del 1945, fu ricostruito sul medesimo progetto del 1910. Lo stesso bombardamento danneggiò seriamente la torre civica, costruzione del XIV secolo, che però poté essere recuperata ed è tuttora il principale monumento storico e simbolo di Castelnuovo.
Sempre di epoca medievale sono le mura di cinta, risalenti al XII secolo. Riscoperte nel lato ovest da un recente intervento di recupero, sono tra le meglio conservate della Provincia di Modena. La riscoperta dei resti dell’antica cinta muraria (una delle più antiche d’Italia) ha un grande valore storico e culturale. Il progetto rientra nel piano di riqualificazione del Centro Storico posto in atto negli ultimi anni: valorizzare il centro significa anche valorizzare la funzione sociale e aggregativa del cuore di un paese. Un intervento, dunque, che riscopre il passato guardando al futuro.
Economia e prodotti tipici
La principale attività economica è rappresentata dall’industria della lavorazione delle carni di maiale, tanto che Castelnuovo è noto come il "paese del Maiale". La storia dell’industria alimentare castelnovese inizia alla fine dell’Ottocento per mano della famiglia Villani, primi imprenditori nazionali ad avviare un’attività di macellazione di carne suina ed esportarla in altre regioni d’Italia. Nello stesso periodo sorgono a Castelnuovo altre aziende che operano nel settore: all’inizio degli anni Trenta si contano 8 macellazioni e 11 salumerie, i cui lavoratori si caratterizzano per la grande perizia ed esperienza.L’esplosione vera e propria dell’industria salumiera avviene nei primi anni Cinquanta: molte aziende nascono come costole della Villani, con imprenditori che si mettono in proprio dopo aver lavorato nell’azienda maggiore. Molte di queste sono ancora attive oggi, con numeri e dimensioni ben più rilevanti, spesso di rilievo internazionale.
Negli anni Cinquanta e Sessanta si impone anche il modello di "produzione e vendita diretta al pubblica", con i salumi venduti direttamente dall’azienda ai banchi degli ambulanti. Gli anni Novanta sono gli anni delle profonde ristrutturazioni di tutti gli stabilimenti che si devono adeguare all’apertura del Mercato Unico Europeo, ottenendo il riconoscimento CEE. Negli ultimi anni l’industria salumiera è cresciuta nel settore della stagionatura dei prosciutti con la costruzione di nuovi stabilimenti; il Consorzio del Prosciutto di Modena ha qui molte aziende associate.
Per questo Castelnuovo rappresenta oggi il punto di riferimento per tutto ciò che gravita intorno al maiale. La crescita delle aziende negli ultimi anni non si è ancora fermata. Da alcuni anni è stato inaugurato il Centro Carni (oggi InforMo), centro di formazione e informazione per gli addetti del settore alimentare e per i cittadini, che offre consulenze e campagne informative sulla salute alimentare. Dal dicembre del 1997, a dimostrazione della rilevanza del maiale per Castelnuovo (ma anche come segno "ironico"), nella piazza centrale è stato collocato un maialino di bronzo, donato al paese dall'Ente Esportazioni Carni Olandese quale segno di riconoscimento per la qualità del lavoro e dell'impegno delle tante aziende cittadine nella lavorazioni delle carni suine (l'Olanda è tra i paesi europei che più esportano maiali per gli stabilimenti di Castelnuovo). Il simpatico maialino viene spesso utilizzato come gioco dai bambini, che si divertono a "cavalcarlo".